Guglielmo Oberdan, nato a Trieste nel 1858 come Wilhelm Oberdank, è una figura storica centrale per la città e per il movimento irredentista italiano nel periodo asburgico.
Alla nascita non venne riconosciuto dal padre naturale, un ufficiale veneziano dell’esercito austriaco, e fu registrato all’anagrafe con il cognome materno tedesco, Oberdank. La sua italianizzazione del nome in "Oberdan" segnava la sua adesione ideologica e politica all’italianità in un territorio allora dominato dall’Impero Austro-Ungarico.
Studente di ingegneria, nel 1878 fuggì a Roma per sottrarsi al servizio militare austriaco, manifestando fin da giovane una netta opposizione al dominio asburgico. La sua adesione all’irredentismo si consolidò nel 1882, anno in cui, turbato dalla morte di Garibaldi e influenzato da Matteo Renato Imbriani, fondatore del movimento Italia Irredenta, maturò il progetto di un attentato al cancelliere imperiale Francesco Giuseppe I.
Il contesto storico vedeva Trieste come un crocevia culturale e politico di confine, teatro di tensioni nazionali. In occasione delle celebrazioni per i 500 anni di dedizione di Trieste alla Corona asburgica, Oberdan progettò di assassinare l'imperatore in segno di protesta e per accendere la causa nazionale italiana. Accompagnato da Donato Ragosa, tentò di entrare clandestinamente nel territorio austriaco portando con sé due bombe "alla Orsini" ma fu scoperto e arrestato a Ronchi, dopo essere stato tradito da due falsi irredentisti.
Il processo e la morte avvennero nella Caserma Grande di Trieste: Oberdan fu accusato di alto tradimento, diserzione e cospirazione, e nonostante le appassionate proteste internazionali, fu condannato a morte e impiccato il 20 dicembre 1882 nel cortile interno della caserma stessa.
Significato e memoria storica
Per l’impero asburgico Oberdan fu un traditore, mentre per il movimento irredentista italiano divenne un martire e simbolo nazionale del Risorgimento, la cui figura fu evocata con forza durante la Prima Guerra Mondiale e dopo, come emblematico esempio di lotta per l’annessione di Trieste all’Italia.
La sua storia riflette profondamente i complicati intrecci socioculturali e politici del tardo XIX secolo a Trieste, una città dove diverse identità nazionali si confrontavano e si scontravano, in un contesto architettonico, sociale e culturale segnato dalla dominazione austro-ungarica e dalle conseguenti trasformazioni in vista del primo dopoguerra.
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