Il Museo Revoltella è una galleria d'arte moderna situata nel cuore di Trieste, in piazza Venezia, vicina al mare. Originariamente, questo edificio fu la residenza privata del barone Pasquale Revoltella (1795-1869), figura eminente della società asburgica triestina del XIX secolo.
Il palazzo, un'elegante costruzione neorinascimentale di tre piani, fu realizzato tra il 1854 e il 1858 su progetto dell'accademico berlinese Friedrich Hitzig. Collocato in un’area che all’epoca era conosciuta come piazza Giuseppina in onore dell’imperatore Giuseppe II d’Asburgo, l’edificio riflette con precisione il clima culturale e sociale dell’epoca asburgica, in cui Trieste era porto franco e crocevia di culture e commerci.
Dopo la morte di Pasquale Revoltella nel 1869, l’edificio, insieme alle collezioni di arte, gli arredi e i libri in esso contenuti, fu lasciato alla città con un atto testamentario volto a fondare una galleria pubblica. Nel 1872 il Comune di Trieste trasformò la residenza in Museo Revoltella, dando vita così alla prima galleria pubblica italiana specificamente dedicata all’arte moderna.
Durante il periodo asburgico, il museo divenne un simbolo della crescita culturale della città, conservando opere significative e rappresentando un centro di fermento artistico nel contesto mitteleuropeo. Nel primo dopoguerra, pur con le trasformazioni politico-territoriali che coinvolsero Trieste (passata dall’impero austro-ungarico all’Italia), il museo mantenne la sua funzione culturale e iniziò un percorso di ampliamento e rinnovamento.
Nel 1907 il Comune acquisì il vicino Palazzo Brunner per ampliare le esposizioni. Solo a partire dal 1963, dopo un intervento progettato da Carlo Scarpa, Palazzo Brunner fu pienamente adibito a sede museale. Successivamente, nel 1991, si aggiunse anche il Palazzo Basevi, ampliando ulteriormente l’area espositiva a circa 4000 mq grazie ai lavori di Franco Vattolo e Giampaolo Bartoli.
Il Museo Revoltella oggi rappresenta un incontro di storia e modernità: conserva la memoria visiva e materiale dell’epoca asburgica e il lascito intellettuale del barone, con la sua visione di una Trieste europea e culturalmente vivace, integrando al tempo stesso l’arte contemporanea e le nuove forme di espressione artistica attraverso continue rassegne ed eventi.
La struttura si configura quindi sia come casa-museo, ancora percepibile come residenza storica, sia come grande museo civico dinamico, impegnato nella divulgazione culturale e nell’educazione artistica verso il futuro.
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