Sir Richard Francis Burton (1821–1890) è stato un celebre esploratore, orientalista, traduttore e diplomatico britannico, noto per le sue doti di linguista e per le sue avventure in territori allora inesplorati, tra cui la scoperta del Lago Tanganyika e la penetrazione in luoghi musulmani vietati ai non credenti.
Burton trascorse gli ultimi 18 anni della sua vita a Trieste, allora parte dell'Impero Austro-Ungarico, dal 1872 fino alla sua morte nel 1890. Qui ricoprì la carica di console britannico, incarico da lui inizialmente vissuto come un esilio ignominioso, ma che col tempo imparò ad apprezzare e a considerare la sua vera casa.
Durante il suo soggiorno triestino, Burton si dedicò intensamente alla traduzione e alla produzione letteraria. Si distinse come traduttore di straordinario virtuosismo, traducendo e annotando numerosi volumi, tra cui sei volumi di poesie di Camões e racconti di Giambattista Basile. Completò inoltre diverse opere legate alle sue passioni: un libro sull’Islanda, uno su Bologna etrusca, opere sul Sindh e sulle miniere d’oro di Midian e della Costa d’Oro africana (oggi Ghana), oltre al celebre Book of the Sword (1884), un lavoro di erudizione storica sulle armi bianche.
La sua residenza privata durante il periodo triestino era una villa che ancora oggi esiste, seppur modificata, nota come "Villa Economo". Burton frequentava anche località termali nei dintorni, come una nota località a Opicina, che utilizzava per recuperare le forze fisiche.
La Trieste dell’epoca, capitale di un importante porto austro-ungarico, rappresentava un crocevia culturale e commerciale ideale per la varietà di interessi di Burton, che univa all’attività diplomatica un instancabile studio di culture e linguaggi, arrivando a conoscere oltre quaranta lingue.
La sua morte, avvenuta a Trieste, fu rilevante per la città e viene ricordata ancora oggi tramite una via a lui dedicata e testimonianze storiche che sottolineano il suo legame con Trieste nel contesto della storia diplomatica e culturale fra Ottocento e Novecento.
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